Nel 2023 le Pmi sono pronte ad assumere, ma come trattenere i talenti?

Nel 2023 le Pmi sono pronte ad assumere personale, ma l’obiettivo primario è trattenere i talenti. Secondo l’Indagine InfoJobs, Trend mercato del lavoro 2023, quest’anno l’87% degli HR conferma l’intenzione di assumere nuovi collaboratori, il 46,6% in numero limitato per sostituire eventuali dimissionari (12,6%), e il 27,8% in numero elevato.
“Le Pmi italiane si trovano a fronteggiare un contesto socioeconomico ancora molto sfidante, unito a nuove modalità di approccio al lavoro drasticamente cambiate dopo gli anni della pandemia – commenta Filippo Saini, head of job di InfoJobs -. Per questo attivano leve di welfare aziendale in grado di soddisfare le persone, trattenere e attirare i talenti, garantendo stabilità alle attività e alle strutture aziendali stesse”.

Più investimenti in formazione e sviluppo

Il 9,4% delle aziende però non pensa a nuove assunzioni, nemmeno per sostituire i dimissionari, e il 3,7% valuta la riduzione del personale. Dal punto di vista della tipologia di contratti, per il 49,7% vigeranno i medesimi criteri del passato, un 40,1% punta a poche figure, ma qualitativamente selezionate, e il 10,2% preferisce contratti flessibili. Tra i temi più caldi affrontati dagli HR italiani emerge poi la valorizzazione e la riqualificazione delle risorse interne. Sebbene il 47,6% non preveda azioni specifiche, e il 14,3% dichiari di dover ridurre l’organico, accompagnandolo con azioni di prepensionamento o percorsi di outplacement, cresce la consapevolezza dell’importanza degli investimenti in formazione e sviluppo (38,1%).

Puntare sulle azioni di retention

Ma c’è anche un 35,3% che non ha notato mutamenti nel numero di dimissioni rispetto al passato, e il 9,7% che vede addirittura nel momento storico, tra inflazione e aumento del costo della vita, una riduzione del numero di dimissionari. Proprio il tema dei rincari e delle congiunture socio-politico-economiche spinge oltre la metà delle aziende a ritenere strategiche azioni a sostegno dei propri dipendenti in ottica di retention. Per il 27,8% si tratta di benefit (buoni pasto, agevolazioni trasporti/parcheggi), il 16,5% valuta bonus/contributi aggiuntivi in busta paga, e il 15,8% pensa a una politica di aumenti o adeguamenti degli stipendi. Ma il 13,5% non trova necessaria alcuna azione, e il 26,3% sarebbe intenzionato a supportare i dipendenti, ma non può per motivi economici.

Attraction, digital4human, lavoro ibrido, diversity inclusion

Poiché l’azienda deve interrogarsi su come essere ingaggiante per i suoi dipendenti, e non lasciarsi sfuggire le risorse migliori, secondo gli HR fra i trend del lavoro 2023 spiccano la retention (42,9%) e l’attraction (24,8%), magari attuando strategie multi-canale di employer branding per attrarre i migliori talenti. La tecnologia è poi un alleato prezioso, che se usato correttamente può davvero fare la differenza, anche nei processi di ricerca, selezione e gestione del personale (digital4human, 12,8%). Ma altre vere e proprie sfide consisteranno nel conciliare i benefici del lavoro in presenza e da remoto (lavoro ibrido, 11,3%), e creare maggiore senso di appartenenza, non solo per superare la distanza tra persone e azienda (diversity inclusion, 8,3%).